Jesusmile I primi 1 anno si Jesusmile Numero 7 - Luglio 2010 - Periodico Casuale ARTWORK MARTINA CAPRIOLI - IN COPERTINA MARTINA CAPRIOLI
Editoriale Mi piace che ci siano sempre libri, fumetti, fanzine, muri che si potranno leggere. Che alla forza del desiderio corrispondano sempre degli oggetti che esistono, che siano concreti anche se, per ora, sconosciuti. Leggere sempre un altro libro in più rispetto a quello che già abbiamo sotto gli occhi, qualcosa che magari non c’è ancora, ma se noi lo vogliamo non potrà non esserci. Prendi Jesusmile e leggi. Leggere. C’è questa cosa materiale, fatta di scrittura, che non si può modificare, cambiare, e, attraverso quest’oggetto, ci si può confrontare con qualcosa che in questo momento non è presente, qualcosa che non appartiene a questo mondo, è immaginario, invisibile, immateriale, solo pensabile. O solo perché è stato ed ora non c’è più, perduto per sempre. Andare incontro a qualcosa che sta per essere e ancora nessuno sa cosa sarà, come lo spuntare all’orizzonte delle navi che ci vengono a salvare. O forse sono degli invasori, difficile capirlo da così lontano. Ma noi si avanza ancora. Invece voi non state ascoltando più nulla, siete spariti anche voi, appiattiti in un angolo buio, stretti l’uno all’altra, per paura di farvi notare, solo per dimostrare che avete una lingua senza parole. Quello che ci meritiamo è questo, che i temi che dovrebbero interessarci e riguardare da vicino siano relegati in un secondo piano. Uno dei temi dimenticati è quello della cultura. La televisione di oggi, ad esempio, fatta di veline, canzonette “principesche” ed isole per affamati vip, sembra urlare “beata ignoranza”. Ed i giornali non sono da meno, asserviti e pornopiegati ai loro padroni. E poi ci sono quelli che dicono che scendere in piazza a protestare non serve a nulla, che guardano “Uomini e donne”, che si comprano il Suv, quelli a cui gli regalano una casa, quelli che si raccomandano a Padre Pio, ascoltano sempre ciò che dice il Papa, quelli che credono nelle “missioni di pace”, quelli che i morti in Iraq li chiamano “eroi”, quelli che non vogliono andare a fondo nell’inchiesta per il G8, quelli che non sanno cos’è l’Ilva di Taranto, quelli che leggono solo La Gazzetta dello sport. Ma c’è qualcuno che non ci sta, che prova ad urlarlo questo disagio, si dimena, combatte, e qui, al posto della pagina di scrittura, siamo noi in persona a prendere vita. Almeno finché ce la facciamo, anche se poi, si sa, le pagine fluiranno e voleranno via finché non ci saranno personaggi a iosa, effetti, piccoli spunti, coincidenze, bisogni, paure, trepidazioni, angoli morti, incertezze. Fino a che non ci sarà perdita e disavvistamento, e tutto si perderà in un soffio, volerà, così come voleranno via anche queste pagine. Infine, ci si volta stupiti, a guardare ogni cosa, e a noi non resta che prendere parte alla meraviglia, un modo per riaccostarsi al blando sapore che a momenti ha la vita, per poi rindurirci al passare dei giorni. “Non ti nascondo un certo disagio esistenziale quando incappo in queste convergenze fra fighettismi e underground. A quanto pare noialtri coerentissimi punk-senza-cresta ci dobbiamo rassegnare, è questo il trend, un’epoca di dandy coloratissimi e vuoti come San Lorenzo la domenica mattina, con la macchinetta analogica appesa al collo e l’agenda fitta d’impegni per lo più di nicchia, e la scarpa in tinta, la borsa in tinta, l’occhiale in tinta, la mutanda in tinta, il tatuaggio in tinta (mi chiedo cosa se ne faranno dei tatuaggi alla moda quando la moda sarà passata, e non parla certo uno con la pelle vergine). Però torno a dire, è un’ottima occasione per Jesusmile e forse (spero) un buon modo per capire tutti veramente che c’è bisogno di cultura inquesti tempi di pochezza e disonestà intellettuale”. Il Cristo Fluorescente Piero Prudenzan
Info: prugio@libero.it
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Autore : fanzinoteca |  | 21/10/2010 - 23:49 |
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