Jesusmile N_8 - Ilva, patate e cozze NOVEMBRE 2010 PERIODICO CASUALE
Io abito nel luogo di uno dei più lenti ed estenuanti delitti della storia dell’ambiente, pulitura mediante il vuoto, l’invisibile, una pazienza metodica. D’altronde quando uno non ha carattere deve pur seguire un metodo. E qui il metodo fa mirabilia, ed io abito nel luogo di uno dei maggiori disastri ambientali. Inizia così questo nuovo numero di Jesusmile, che sia arrivata la svolta seria? Noi pensiamo di no!
EDITORIALE Io abito nel luogo di uno dei più lenti edestenuanti delitti della storia dell’ambiente,pulitura mediante il vuoto, l’invisibile,una pazienza metodica. D’altronde quandouno non ha carattere deve pur seguireun metodo. E qui il metodo fa mirabilia,ed io abito nel luogo di uno dei maggioridisastri ambientali. Si respira benzo(a)pirene, Pcb e berillio, tientrano in circolo e ci restano per anni, equalunque cosa siamo, lo siamo semprepiù o meno. Mi piace camminare per la città, di sera,nel calore alcolico, per notti intere, discorrendosenza fine tra me e me. Questopaese mi ispira, questa gente cheformicola sui marciapiedi, costretta in unpiccolo spazio di case ed acqua, assediatada nebbie e polveri sottili, da terrefredde ed un mare che fuma come quellegrosse ciminiere. Mi piace perché è duplice, sta qui ed èaltrove. Mentre li vedi passare con i loropassi pesanti sull’asfalto, frenetici fra lebotteghe del pesce, o lenti fra strade delcentro che hanno lo stesso colore dellefoglie morte, credi che sino qui? Ti sbagli. Si scambia questa gente peruna tribù viva, allegra, con le loro credenzee la loro fede, mercanti che contanole poche lire e probabilità di vita eterna. S’ingannano. Camminano accanto anoi, è vero, ma tuttavia, guardiamo dovesono le loro teste: ne vapori di neon, nelletonnellate di monossido di carbonio,piombo, mercurio, diossine e furani checalano da un cielo rosso verso una spiaggiadai colori sbiaditi. Questo posto è un sogno, cari miei, unsogno d’oro e di fumo, più fumoso digiorno e più dorato di notte, per i pochiche, lontano da qui, vedono solo il giallodell’oro, lontani da questi cigni neri chegirano senza tregua per la città sulle lorobiciclette. Sognano con la testa nelle nuvole colorrame, girano in tondo, pregano e si disperanonell’aria piena di zolfo e azoto: nonsono più qui. Perorazioni, queste, per ricordare cheTaranto non è soltanto la terra degli altiforni,delle cokerie e dell’acciaieria, maè il mare, il mare che porta nel cuore delMediterraneo e poi fuori, al di là dellecolonne d’Ercole, verso il limite estremodel mondo conosciuto, nel posto in cui gliuomini muoiono pazzi e felici. E questo è il desiderio che sento di farvicapire bene questa città e il fondo dellecose. Perché siamo al fondo, l’inferno borghese,popolato da brutti sogni. E quandosi arriva da fuori, man mano che ci siaddentra, si comprende la vita in questoposto, i suoi delitti diventano più densi, piùoscuri. Qui siamo nell’ultimo girone.
Piero Prudenzano
Info: prugio@libero.it
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Autore : fanzinoteca |  | 15/01/2011 - 17:17 |
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